PRIMA PRIMAVERA, 1915
Olio su tela, 85 x 127 cm.
Museo delle Belle Arti de la Chaux de Fond
Bisogna essere in collera nei confronti di un pittore che invece
di attenersi a uno stile fedele e personale ben caratteristico e di facile riconoscimento
preferisce rinnovare costantemente la opera espressiva? In caso di risposta affermativa,
si potrebbe rimproverare a L'Eplattenier il suo gusto al cambiamento: qualche mese dopo
aver dato delle Cascate del Doubs in Inverno una visione precisa, disegnata con grande
vigore, evoca una Prima Primavera alla Chaux de Fond in un linguaggio pittorico
completamente diverso. La sua vista della cittą degli orologi, presa da un'altura a
nord-est del largo vallone dove essa si stende, appare come un intarsio di macchie di
colore, gli elementi lineari si riducono a qualche tronco d'albero e a qualche palo per i
fili elettrici. Si tratta di un 'fauvisme' pacato, senza colori aggressivi, e di una
armonia molto raffinata.
Il rilievo leggermente accentuato delle catene giurassiche accusa il carattere
dell'altopiano della regione, le cime pił alte, come la 'Tete du Ran, si trovano si e no
a quattrocento metri di altezza sopra la conca.
La prima primavera, per gli abitanti di Haut, segna la fine di un lungo periodo di freddo
talvolta rigido, di neve e di tramontane gelide. Viene accolto con gioia, lo si festeggia
persino luogo per luogo, ma si accompagna spesso a burrasche e a dei bruschi ritorni
all'inverno, e l'opera de L'Eplattenier traduce chiaramente questa fragilitą della
stagione in fiore, a minaccia delle nubi basse all'orizzonte, la speranza di una
schiarita, questo arco sottile di cielo azzurro che stende la sua curva sopra al paese.
E per ritornare alla domanda noi non sapremmo dar colpa a L'Eplattenier di aver adattato
il suo stile pittorico alla stagione, di aver lasciato questa volta spazio al poeta
piuttosto che all'uomo dal carattere imperioso, che sottomise la natura la suo stile.